ClubHouse conta oggi 2 milioni di iscritti e vale 1 miliardo di dollari, numeri interessanti per un social media che fa della parola e dell’oralità il suo punto di forza, in un mondo sempre più dominato da post e chat. Sulla scia del successo delle note vocali di WhatsApp, ClubHouse riporta al centro la tradizione e la storia, che fin dall’antichità si basavano sulla parola orale come principale strumento per trasmettere la conoscenza tra le generazioni.
Tuttavia, Clubhouse è anche un social d’elitè: si può scaricare solo su iPhone e l’accesso è solo su invito, pochi sanno esattamente di cosa si tratta, tutti vogliono avere un account per riscoprire il valore dell’ascolto come strumento per acquisire e donare informazioni e conoscenza a chi ha interessi comuni.
ClubHouse, l’unicorno della Silicon Valley
ClubHouse è oggi l’unicorno della Silicon Valley, una piattaforma social dedicata agli audio e organizzata in stanze tematiche. Non ci sono video, immagini, testo, ma solo un flusso di parole e audio infinito. Nelle room, proprio come nelle piazze del passato, si entra e si parla con altre persone e gli utenti possono entrare in una stanza già aperta o crearne una nuova, dando la parola a determinati account. Si tratta di un meccanismo davvero semplice, ma virale dato che in un anno – nonostante il meccanismo su invito – si sono iscritte già 2 milioni di persone.
La parola alla base del successo del social media
Fin dall’antichità la parola è stata lo strumento principale per tramandare l’eredità culturale. Pensiamo alla cultura del mito presente in tutte le popolazioni antiche e al ruolo dei filosofi e degli aedi. Non a caso ClubHouse vuole andare alla scoperta e riscoperta della parola, mettendo al centro la qualità dei contenuti e puntando proprio sulla qualità per fare la differenza. In una vita meno movimentata c’è chi ha qualcosa da raccontare e chi non ha niente da dire e, grazie all’audio, cambierà anche il ruolo degli influencer.
Non solo: ClubHouse ha grandi potenzialità anche dal punto di vista pubblicitario. Come affermano i due soci fondatori: “«Pensiamo che la voce sia un mezzo molto speciale. Senza la fotocamera accesa non devi preoccuparti del contatto visivo, di cosa indossi o di dove ti trovi – hanno proseguito – […] l’intonazione, l’inflessione e l’emozione trasmesse attraverso la voce ti consentono di cogliere sfumature e formare in maniera unica delle connessioni umane con gli altri […] la voce spesso permette di costruire più empatia. Questo è ciò che ci ha portato al medium».
L’obiettivo di ClubHouse, il nuovo social dell’ascolto, è creare una esperienza sociale più umana, in cui riunirsi con altre persone a parlare. La volontà del social è usare la parola ascoltata e pronunciata per sentirsi meglio quando si chiude l’app rispetto a quando la sia apre, consapevoli dell’importanza di creare nuove amicizie e imparare sempre qualcosa di nuovo.
ClubHouse: come un moderno forum
Quello che stiamo vivendo è un periodo fatto di distanziamenti sociali e solitudine e in un simile contesto ClubHouse si propone come soluzione all’isolamento. Possiamo pensare al social come a un moderno bar o circolo che si affida al potere dell’empatia e di uno strumento amichevole come la voce. Si tratta, per molti, di un ritorno ai vecchi forum anche se in chiave moderna rispetto al forum testuale dei passati decenni, su cui ci si scambiavano opinioni testuali sui vari argomenti.
Rispetto al passato è fondamentale la forma comunicativa scelta ovvero l’audio istantaneo e la voce umana, con il suo potere di accorciare le distanze. La voce rappresenta il leit motiv tra passato e futuro, basti pensare alla ricerca vocale e alla domotica, ma anche all’uso degli assistenti vocali sempre più diffusi.
Se ClubHouse confermerà o meno il suo successo è tutto da vedere, intanto consigliamo ai possessori di iPhone di sperimentare in prima persona questo nuovo social per riscoprire, in un mondo fatto di testi veloci, il vero e unico potere della voce.